La volta scorsa ci siamo soffermati sulla vendita in un condominio degli spazi di proprietà comune, mentre oggi scopriremo cosa succede quando si mette in vendita un immobile privato: come si procede e quali sono tutti i cavilli da conoscere!
La prima cosa di cui il condomino deve assicurarsi è quella di farsi rilasciare dall’amministratore un determinato documento: si tratta della liberatoria condominiale delle rate, di fondamentale importanza nel momento in cui si prenderanno i contatti con un notaio. Si tratta di un documento redatto dall’amministratore in persona attraverso il quale si attestano sia i debiti che i crediti del condomino che la sta richiedendo.
È importante ricordare che, nel momento in cui il condomino decide di vendere in uno specifico periodo dell’anno, avrà pagato delle rate sempre in base a un bilancio preventivo fatto all’inizio dell’anno. Arrivati a fine anno, si procederà ai conteggi effettivi e verrà alla luce la reale spesa attribuita a quell’unità.
Quando viene rilasciata la liberatoria, infatti, si inserisce sempre la dicitura “salvo conguaglio”, che verrà poi calcolato in base al giorno di fuoriuscita dall’appartamento.
Vecchio e nuovo proprietario: chi paga la differenza?
A questo punto ci si trova di fronte a una differenza da pagare lasciata dal vecchio proprietario. E qui sorge un problema: com’è facile intuire, non è semplice andarlo a rintracciare una volta che questi si è allontanato dalla proprietà. Non essendo più parte del condominio, molto probabilmente non sarà neppure interessato a restituire tale differenza.
Inoltre, neanche gli amministratori possono pretendere i soldi direttamente dalla persona in questione dal momento che il debito permane sempre sulla proprietà e non sull’ex condomino.
Dunque ne consegue che eventuali saldi extra verranno chiesti, anche se di competenza del proprietario precedente, al nuovo proprietario. La legge, infatti, è molto chiara a riguardo: chi subentra in un immobile acquistandolo è responsabile per le spese sia dell’anno in corso che dell’anno precedente.
Nel caso lo ritenesse opportuno, poi, sarebbe il nuovo proprietario a rivolgersi a chi ha lasciato libero l’immobile e a chiedergli quanto pensa che gli spetti.